Con una seconda nota, la n. 2085 del 4 ottobre, il MIUR integra e corregge quella che aveva in precedenzaa tutti gli Uffici Regionali e Ambiti Territoriali, relativamente all’avvio di un “censimento” dei potenziali aspiranti ad una cessazione dal servizio con i requisiti ante riforma Fornero, nell’ipotesi in cui la normativa venisse modificata (come da noi sempre rivendicato) fissando per il personale della scuola la data del 31 agosto 2012 (e non del 31 dicembre 2011) come termine antro il quale calcolare il possesso dei requisiti (quota 96, 65 anni di età, 61 per le donne, 40 anni di contribuzione).
Contestualmente, il Ministero ha reso disponibile un aggiornato modello per le dichiarazioni dei potenziali interessati, nel quale si chiede di indicare i requisiti di età anagrafica e anzianità contributiva alla data del 31 agosto 2012, oppure (ed è questa la novità) alla data del 31 dicembre 2012.
Viene anche fissato ora un termine per la consegna delle dichiarazioni, che il personale docente, educativo e ata dovrà presentare alla propria scuola di servizio, salvo che non si trovi in posizione di comandato o collocato fuori ruolo, nel qual caso la presenterà all’Ambito Territoriale o all’ultima scuola di titolarità o di servizio. I Dirigenti Scolastici dovranno invece fare riferimento all’Ufficio Scolastico Regionale. Per tutti la data entro cui consegnare i modelli è quella del 15 ottobre.
Trattandosi di mera rilevazione a fini statistici, la dichiarazione non ha valore di istanza di cessazione dal servizio, come opportunamente precisato nel penultimo capoverso della nota.
L’iniziativa del MIUR, che si colloca in un contesto di valutazioni discordanti – rispetto a quanto stimato dall’INPS – sull’entità della platea di potenziali beneficiari e quindi dei conseguenti oneri di cui occorrerebbe tener conto per un’eventuale modifica legislativa, è comunque un segnale dell’attenzione che al problema viene riservata, anche per le forti pressioni che la Cisl Scuola e le altre sigle sindacali stanno da tempo mettendo in atto. Si avvicina intanto la data in cui sul problema si pronuncerà la Corte Costituzionale, alla quale la questione è stata rimessa dal giudice nell’ambito di una vertenza sostenuta dalla Cisl Scuola.